lunedì 27 agosto 2012

Il Mondo Nuovo meets... Fire At Work & Antonella Pintus


C'è una casa discografica che sta facendo un grande lavoro nel mondo dell'elettronica e della musica da club. Si tratta della Idroscalo Dischi diretta da Antonella Pintus, sarda trapiantata a Berlino dove sta riscuotendo tanti consensi anche con il nome di "Anna Bolena". In occasione dell'uscita del vinile degli Fire At Work denominato "Resurrection" con remix di Somatic Responses e D´Arcangelo , abbiamo fatto qualche domanda agli autori, in modo da conoscerli meglio.


Di che si tratta quando parliamo del progetto Fireatwork? Chi ne fa parte e quando nasce?
Fabrizio Rossi: Fire at work è un combo di musica elettronica fondato a Roma nel 1999 da Fabrizio Rossi e Fabio Recchia, che partecipo´ alla prima tripla compilation su vinile della Idroscalo Dischi (prima label nata dalla scena dei rave illegali e free parties romani) dal titolo Smash Biotek nel 2001 con artisti quali: Andrea Benedetti, Marco Passarani, D'Arcangelo, Marco Micheli, Anticracy, Venetian Snares etc. A questo e´seguito uno split dal titolo "Worldwide suicide" con Anticracy sempre su Idroscalo. In seguito abbiamo fondato la nostra eticchetta Stirpe 999.

Come è stato gestito il lavoro di remix del vinile appena uscito?
Fabrizio Rossi: Pensiamo che l'elemento elettronico sia la naturale risposta alle contemporanee esigenze del mondo musicale, grazie alla intrinseca propensione alla contaminazione, al confronto, all'intersezione . Partendo da questo presupposto abbiamo cercato di dimostrare coerenza artistica mantenendo nelle differenti produzioni le medesimi atmosfere ed ambientazioni, sempre scure, profonde e sospese, eludendo però le barriere di genere che vincolano la maggior parte delle produzioni musicali di questo tipo.


Come è avvenuta la scelta di Somatic e D'Arcangelo per rimodellare i pezzi?
Fabrizio Rossi: La nostra presenza su Idroscalo Dischi e l'attuale collaborazione con D'Arcangelo e Somatic Responses, sono una diretta conseguenza di questa attitudine. Ci piace pensare che l'affinità con Anna Bolena e con gli altri artisti presenti nel nuovo EP  "RESURRECTION"  sia proprio il presupposto per intendere la musica come una continua  e intensa ricerca, come linguaggio da sviluppare nel confronto reciproco e nella sperimentazione tout court, come disciplina da apprendere ed approfondire, per rimettere in discussione i perimetri ed ampliare gli orizzonti. Un 'idea di musica come percorso, lungo e totalizzante che si manifesta a pieno nella scelta impegnativa di produrre un vinile invece di limitarsi alla produzione in digitale.

Com'è gestire una label da fuori? Le differenze tra la Germania e l'Italia in fatto di fruizione e produzione musicale.
Anna Bolena aka Antonella Pintus: Vivendo ormai da 8 anni a Berlino dopo 15 anni a Roma e i precedenti 18 in Sardegna mi viene difficile pensare a una gestione esterna all´Italia per quanto concerne le mie attivitá produttive e artistiche. Questa lontananza la percepisco ormai solo in alcuni attimi e sensazioni profondamente  marcati nella cultura e nelle abitudini di riferimento. Nell´era digitale della comunicazione in rete la fruizione e lo spostamento di informazioni e di opere musicali, video e altro materiale creativo  e´ ormai cosi veloce e immediato che e´necessario un ulteriore aproffondimento degli obiettivi e della poetica dell´artista per cogliere e notare le differenze geografiche. In Italia i festival e gli eventi non sono poi cosi diversi da quelli che si organizzano a Berlino. Gestire una label di musica elettronica di ricerca (una delle mie tante attivita´) e´ per certi versi simile in ogni parte del mondo. I negozi di dischi sono falliti, quelli che restano lavorano con le poche distribuzioni rimaste, il disco deve essere pensato con piu´cura e attenzione che in passato, sapere esattamente a chi ti rivolgi, decidere se farlo uscire anche in digitale etc. Io tutto questo non l´ho preso in considerazione, volevo un prodotto old-school, sto lavorando con facebook e anche con i nuovi canali che si stanno creando, ponderando la curiositá dei vecchi colleghi e l´attenzione delle nuove collaborazioni.  Per altro la comunitá degli artisti italiani in cittá  e´ormai aumentata a dismisura, insieme a quella di altri paesi: spagnoli o americani ad esempio. La crisi economica ha portato a far credere a molti che fuori dall´Italia si viva meglio e si possa sopravvivere con una relativa tranquilitá e un ritrovato benessere; la realtá e´ piu´amara: da un lato la mancanza di lavoro e di risorse finanziare e dall´altra una inevitabile spietata concorrenza che almeno aiuta a crescere, a confrontarsi e a rimettersi in discussione. Il mito Berlino e´morto da tempo. La cittá si trasforma in perpetuum, staremo a vedere cosa succedera´. Per il resto ci mettiamo a lavorare  come sempre senza dare niente per scontato. La coolness di vivere in terra teutonica non mi ha mai condizionato. Adoro questa citta´anche e soprattutto nei momenti piú difficili. E non parlo solo del freddo.

@Produzione Riservata

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